martedì 26 febbraio 2013

Parole, soltanto parole.

Ma magari è solo una sensazione. Solo una sensazione che a volte le parole volino via. Si come il vento che, come fa volare le foglie, fa volare anche le parole. Ma se si scrivessero? Se si scrivessero non potrebbero più volar via, no? rimarrebbero nella carta, li intrappolate senza poter più uscire. Non possono essere vittime inconsapevoli della memoria che se ne va. Li nella carta restano. E forse adesso scriverò qualcosa e te lo donerò. Così  resterà.



Un pò come nei libri. Che ne sarebbe di un libro se fosse raccontato a voce e non scritto?Ognuno potrebbe raccontarlo rimanendogli fedele, ma non potrà mai raccontarlo senza metterci un pò di sè, e dei suoi pensieri, e della sua opinione. Diventerebbe un libro di tutti per nessuno, invece di un libro di uno per tutti. Ed è a questo che serve no? Milioni di interpretazioni, sensazioni, rivelazioni, tante quante sono quelli che leggono. Ma quell'uno sapeva cosa scriveva, sapeva quello che provava, e tu puoi metterci quante critiche vuoi, quanti pensieri vuoi, ma non arriverai mai a capire fino in fondo ciò che realmente lo scrittore voleva e ciò che lo ha portato a scrivere. Tu hai un libro e una realtà. La tua realtà serve a leggerlo. La tua realtà serve a leggere un libro che è stato scritto, non raccontato.

1 commento:

  1. Ci sarebbero mille cose da dire su ciò che dici, ma aggiungerò ancora altri spunti :)

    E' buffo pensare come di solito uno si aspetta le cose: uno immagina lo scrittore come un essere asociale e fuori dal mondo, mentre parlare di libri serve a socializzare.

    E invece è l'esatto contrario! Non si può scrivere se non si fa parte del mondo e non si prendono spunti da mille cose,
    non si può leggere se non da soli

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